ANTICHE FORTIFICAZIONI NEI NOSTRI TERRITORI
“ All’ingresso della Lombardia ( intesa come territorio dei Longobardi ), dalla parte
della città di Ivrea, sopra il paese di Cavaglià, fu fatta una grande chiusa di pietre
ammucchiate in grandissima quantità, tra la Dora e la costa detta di Calamaz (Serra).
Il fiume Dora la chiudeva da una parte e dall’altra la costa di Calamaz; in mezzo fu
fatto un muro grandissimo, lungo e largo, di pietre grandi e piccole ammucchiate a
maceria e sopra il muro furono fatte molte difese in legno, in modo che nessun fante e
cavaliere potesse in alcun modo passare. A metà del muro, sopra la strada regia, vi era
una grande porta fermata da muro robusto e incalcinato, per l’ingresso e l’uscita e vi
era collocata una porta tutta di ferro. E tale costruzione in muratura è chiamata
“Logge” ancora oggi. Vediamo quelle logge perché in molti luoghi rimangono le predetta
vestigia”.
Inizia in questo modo il “Chronicon Imaginis Mundi” di frate Jacopo d’Acqui, testo
scritto tra la fine del 1200 e l’inizio del 1300.
Questo testo racconta le vicende degli scontri tra i Franchi e i Longobardi e descrive
dettagliatamente una serie di difese che i Longobardi avevano costruito sulle colline
dell’anfiteatro morenico di Ivrea.
Pochi conoscono l’esistenza di queste difese e le principali autorità archeologiche ne
mettono in dubbio l’esistenza.
Storici locali, quali Ramasco, Scarzella, Giolito e Rondolino, tra la fine del 1800 e i
primi anni del 1900 le hanno percorse e descritte.
Tra il 1992 e il 1995 il Gruppo Archeologico Canavesano ha percorso tutte le colline da
Masino fino a Zimone passando per Borgo d’Ale, Alice castello, Cavaglià, Viverone,
Roppolo, rilevando quanto è ancora esistente.
In conclusione nel volume ” Le Chiuse – presenze barbariche tra Ivrea e Vercelli”,
edito nel 1998. “ il Gruppo archeologico canavesano ha evidenziato la presenza di
diversi sistemi difensivi, edificati probabilmente in tempi diversi e da popolazioni
diverse, ma utilizzate sicuramente anche dai Longobardi.
In particolare si conferma la presenza del cosiddetto “Sapel da mur “ , in territorio di
Alice castello, come sopra descritto nel Chronicon Imaginis Mundi e ritratto in un
dipinto ottocentesco.
A conferma della forte presenza longobarda nel territorio sono i ritrovamenti della
necropoli di Borgomasino ( olte novanta tombe ) e di varie tombe con ricco corredo
ritrovate nei territori di Alice e Borgo d’Ale.


venivano accatastati pali in legno disposti orizzontalmente)

56 e 63 anni- Soprintendenza Archeologica del Piemonte)

d’Ale).

Bibliografia:
-Le Chiese – presenze barbariche tra livrea e Vercelli – 1998 Gruppo Archeologico Canavesano
-Cronistoria di Cavaglià e dei suoi antichi conti/ Ferdinando Rondolino – Torino : Tip. Speirani e figli, 1882.
Università di Torino: Università degli Studi 1989/90.
dialetto piemontese
IL Dialetto Piemontese
di Giada Scaglia, Massimo Nicolello, Lorenzo Vignuta, Classe 1B (con la collaborazione
di Nicolò Miglietti)
Introduzione
Il dialetto piemontese appartiene al gruppo delle lingue gallo -italiche parlato nell’ italia settentrionale.
Nella regione Piemonte sono state utilizzate storicamente otto lingue, di cui quella che prende il nome di “piemontese” è l unica ad essere centrata e racchiusa quasi interamente nel territorio.Il dialetto piemontese deriva dal latino sviluppato nella lingua celta.
alfabeto
Non c’è proprio un alfabeto piemontese perchè si usano le 21 lettere dell’alfabeto italiano e poi sulle vocali si aggiungono diversi accenti e sono: ë, ö, ü ,;si usa anche la lettera “j”
Alcune vignette in piemontese
Canzoni in piemontese
Il ragazzo del video è un ragazzo di cuneo che scrive canzoni in piemontese,lo si può trovare su youtube,facebook e instagram il suo profilo si chiama “Il Piemontese Moderno “.
Ecco qui una delle sue canzoni.

Avventura al centro della Terra
Nelle campagne di Stoccolma, in Svezia, Adham, un bidello, aveva appena
finito un turno extra a scuola, ma si era trattenuto di più, siccome non
andava molto d’accordo con la famiglia e cercava di stare il più possibile
lontano da casa. Mentre era sulla via del ritorno, aveva i pensieri altrove
e accidentalmente cadde in un tombino. Atterrò su un cumulo di terra e,
inconsapevole di ciò che gli sarebbe successo, iniziò a scivolare dentro a
cunicoli che lo trascinavano sempre più in profondità.
Si ritrovò così in un ambiente inquietante, spaventoso, molto caldo e
buio: sul pavimento di terra, c’erano teschi di persone morte e crateri,
con all’interno la lava bollente, che schizzavano ovunque cenere e lapilli.
C’era una sola luce prodotta da una lampada abbandonata chissà da chi e
sulle pareti di roccia erano presenti delle incisioni.
Adham si sentì mancare il fiato, impallidì. Era terrorizzato, non sapeva
cosa fare. Non ebbe però il tempo di disperarsi perché sentì degli strani
rumori. Si voltò di satto e vide un essere mostruoso che lo fece
rabbrividire: era uno spaventoso T-Rex!!
Intravide un’uscita, iniziò a correre, ma non fece in tempo ad arrivarci perché una frana di rocce gli bloccò il passaggio. Il povero bidello si disperò, iniziò a pensare che per lui non ci fosse più niente da fare quando, all’improvviso, vide un varco ancora aperto. Ad impedirgli il passaggio, però, c’erano diversi ostacoli: i crateri con la lava e alcune liane appese. Vide che nei crateri c’erano delle rocce che spuntavano da sotto terra e capì che doveva saltarci sopra, sperando di non cadere. Ebbe molte difficoltà e rischiò anche di cadere molte volte, ma alla fine riuscì a superare l’ostacolo. Era stanchissimo, ma non mollò, perché non desiderava altro che tornare a casa. Giunse il momento delle liane. Ci volle un attimo perché capisse come doveva fare, ma alla fine saltò. Si aggrappò alla liana, ma le mani gli scivolavano ed era senza fiato, così cadde. Si rialzò e iniziò a correre e questa volta fu quella buona, perché saltò su tutte le liane e raggiunse l’uscita. Purtroppo però non era l’uscita, bensì una trappola. Infatti l’uscita si chiuse e la roccia che lo teneva sospeso si ritirò. Adham cadde a terra e vide un’ombra strana. La osservò meglio… era ancora il T-Rex!!.
Non poteva fare altro che affrontarlo. Il T-Rex, che era grande quattro volte Adham, aveva le zampe molto corte ed egli decise di sfruttare questo suo punto debole.
Il vulcano eruttò proprio in quel momento e sia il bidello che il dinosauro scapparono dalla lava che stava iniziando a diffondersi. Un po’ di lava bollente schizzò sulla coda del T-Rex,che cadde a terra. Adham gli sferrò così il colpo mortale con una pietra trovata a terra. Prima che la lava lo raggiungesse riuscì a trovare la vera uscita. Cercò di arrampicarsi aiutandosi con le sporgenze naturali della parete. Con un agile salto arrivò all’apertura che conduceva al tunnel che lo avrebbe riportato in superficie.
Dopo una estenuante salita attraverso il cunicolo si ritrovò vicino al tombino, nello stesso punto in cui era caduto. Si sollevò e gli sembrò di sognare… era finalmente tornato a casa! Era al settimo cielo, corse a casa a riabbracciare la sua famiglia contentissima di rivederlo. Il giorno seguente ritornò a scuola, dove i ragazzi lo accolsero con una grande festa.
FINE!
Cari lettori,
in questa pagina potrete trovare una serie di racconti che ogni mese scriveremo. Insomma una sorta di racconto a puntate che alla fine diventerà una storia completa
La magica biblioteca di Ivan (parte 1)
C’erano una volta, in un tempo lontano degli omini piccolini. Erano così microscopici che, se una persona normale li calpestava, venivano schiacciati.
Questi omini avevano uno strano nome: Ommus. Essi non si potevano incontrare per strada bensì nella famosissima biblioteca di Ivan.
Ivan era un ragazzo di soli 16 anni. Era sempre buono e disponibile con la gente che avanzava sulla soglia della biblioteca ma aveva solo un difetto: la curiosità.
Infatti, quando acquistò il locale, non sapeva che nel retro si nascondeva un portale magico. Il giovane se ne accorse dopo qualche mese e quando lo vide rimase ammaliato dalla forte luce che emanava il portale. Non riuscì neanche a parlare perchè balbettava.
Senza esitare tanto si lanciò in questo forte raggio di luce e… venne trasportato in un mondo completamente astratto. Al primo impatto sembrava fatato, poi stregato, insomma non si capiva che tipo di ambientazione aveva intorno a sé anche perché Ivan era molto sbadato e disorganizzato. Dopo una mezz’ora si accorse di un folletto o uno gnometto o forse un omino insomma di una figura molto particolare. Era così piccolo che sembrava un giocattolino.
Così il ragazzo ancora perplesso gli fece parecchie domande come: “ Chi sei?”, “Da dove vieni?” e tante altre. L’omino fece una faccia come se non avesse compreso nulla di ciò che stava dicendo Ivan. Ad un certo punto arrivarono migliaia di Ommus: solo uno, che era un po’ buffo e zuzzurellone, riuscì a capirlo traducendo agli altri tutto ciò che il giovane cercava di divulgare. A quel punto, tutti questi strani personaggi iniziarono a dire in coro: “1673/6890” si trattava di una particolare lingua numerata quasi come i nostri numeri del cellulare solo che sono 10 cifre mentre ogni loro parola ha 1 cifra.
Si fece avanti il traduttore e spiegò a Ivan cosa significassero quei numeri. Il significato era “Benvenuto tra noi, umano. Aspettavamo un nuovo custode”.
Dopo la traduzione l’Ommus che avea incontrato Ivan per la prima volta si fece avanti e tradotto in italiano disse che si chiamava Mino, che era un Ommus e che veniva da Ommuland. Allora il ragazzo volle conoscere meglio questi strani folletti parlanti e scoprì che, siccome i numeri erano solo dieci, le parole potevano diventare senza un senso compiuto quindi per dare un senso alle frasi se scrivevano ruotavano le cifre al contrario mentre se parlavano si distinguevano col suono.
Il mondo era particolarmente colorato e allegro: il terreno era azzurro e rosa con puntini verdi, c’erano enormi funghi gialli, alberi rossi e al posto delle abitazioni vivevano in minuscoli oblò proprio come quelli delle navi con la differenza che le residenze si sviluppavano in verticale.
Crediti Della Pagina:
Ideatore Dell’argomento: Cagliano, Scaglia, Nicolello, Vignuta, Classe 1B Miglietti, Marchisio, Cervino, Coppola, Lentini Pagina Realizzata Da Luca e Matteo